20 febbraio 2015

Ritrovare qualcosa dello stupore



3.
Come parlare di queste "cose comuni", o meglio, come braccarle, come stanarle, come liberarle dalle scorie nelle quali restano invischiate; come dar loro un senso, una lingua: che possano finalmente parlare di quello che è, di quel che siamo.

Forse si tratta di fondare finalmente la nostra propria antropologia: quella che parlerà di noi, che andrà cercando dentro di noi quello che abbiamo rubato così a lungo agli altri. Non più l'esotico, ma l'endotico.
Interrogare quello che ci sembra talmente evidente da averne dimenticata l'origine. Ritrovare qualcosa dello stupore che potevano provare Jules Verne o i suoi lettori di fronte a un apparecchio capace di riprodurre e trasportare i suoni. Perché è esistito, questo stupore, e con esso, migliaia d'altri, che ci hanno plasmato.

Georges Perec, L'infra-ordinario, 1989


foto in alto da qui; in basso da qui, oltre che dal nostro pinterest nella cartella "it's magic!"
foto al centro: le nostre scatole in cartone per Carla Chemello con motivi vintage di sport invernali!
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