18 novembre 2012

Gioco a nascondere


Quando comincia, quando finisce
il gioco non sappiamo, forse
era giorno... ma solo che dentro
o fuori è poco diverso,
dentro su trame di passaggi,
di corridoi, di scale, fuori
tra i vapori del giorno
sommerso e cascame di luna;
una misura flessibile e forte
veloce e cauta ci ha preso, ci porta
su per le rampe di scaloni,
via senza peso per anditi a volo –
e fuori sono i covoni, il pagliaio
il fieno che respira denso,
l’aria immota che tenta
dalle aiole verbena o datura...
e girano, tornano i viali
su fondi di tempi sospesi
fra sogno e memoria;
oscillare
elastico tra due piatti
di bilancia, uno verso le radici
del buio: le cantine, l’altro
in alto, in alto, dietro
la finestra che dà
sui tetti, ove senti vicine
la notte le stelle a guardare
(un crepitio!) e di giorno
si stendono piani rigati
di strade, ponti, rocche, fiumare
di vetro, lontani poggi, marine...
Se noi siamo figure
di specchio che un soffio conduce
senza spessore né suono
pure il mondo dintorno
non è fermo ma scorrente parete
dipinta, ingannevole gioco,
equivoco d’ombre e barbagli,
di forme che chiamano e
negano un senso – simile all’interno
schermo, al turbinio che ci prende
se gli occhi chiudiamo, perenne
vorticare in frantumi
veloci, riflessi, barlumi
di vita o di sogno
– e noi trascorriamo inerti spoglie
d’attimo in attimo, di flutto in flutto
senza che ci fermi il giorno
che sale o la luce che squadra le cose.

Lucio Piccolo, Gioco a nascondere
(foto: Sonia, il cane della sorella di Lucio, da qui)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...