12 novembre 2012

Candele








Quando viene la tempesta bruciano le candele nella camera interna; per giungervi quanto passaggio di anditi, corridoi, tramezzi, gradini e scalette e il pavimento indiscreto che dà nota come un pedale d'organo, stridente, bassa, dall'armadio cavernoso.
Ma finalmente qui è il luogo della sicurazza, scavato nelle fibre delle mura di centro, nel cuore del riposo dove del mondo di fuori non arriva neppure la vibrazione d'una porta cenere al traino che passa, e il vento dei quadrivi e quello che corre intorno alle altissime gallerie sono soltanto fantasma di sibilo.
E sembrano dimenticati i mappamondi polverosi i cristalli di zolfo nella coppa di vetro, al tempo che sulle pareti i pomeriggio battono celesti, tra le sbarre dell'inferriata è sciarpa che appena fluttua la marina, in un perpetuo addio, nella vasca l'acqua è mossa di sole e fronde, e sembra sopra i tetti e le terrazze che sempre eguale risuoni la stessa ora che il cielo immobile riassorbe; dietro le chiome delle araucarie scivola la luna diurna verso i calmi padiglioni.

Lucio Piccolo, Candele, in Gioco a nascondere, Milano 1960

CANDELE CARLACHEMELLO: pakaging Nora letterpress 
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