10 gennaio 2012

sguardo balenante

Nessun naviglio si mostrò peraltro e la canoa poté veleggiare tranquilla tutta la notte, durante la quale Sandokan non fece una sol parola né staccò mai gli occhi da Labuan.
All'indomani ai primi raggi del sole si trovavano a più di venticinque miglia dalle coste di Labuan ormai scomparse da parecchie ore dall'orizzonte. Nessun aveva dormito sebben il mare si fosse tenuto fortunatamente calmo, e poi chi l'avrebbe pensato in quei momenti in cui il pericolo poteva capitare da un istante all'altro? Sandokan, che man mano che si allontanava, provava tutte le dolorose impressioni di un cuore che amava furiosamente e i morsi di una terribile gelosia che nessuna cosa avrebbe valso a soffocare, non l'avrebbe fatto, e il Malese che fremeva dalla gioia all'idea di avvicinarsi a Mompracem e di averla fatta alle giacche rosse non l'avrebbe sognato. Di più, la manovra esigeva delle braccia vigorose e maestre per dirigere una imbarcazione così pericolosa, dove si correva pericolo di trovarsi nell'acqua alla prima raffica.
Quando il sole apparve del tutto sull'orizzonte il vento scemò di qualche poco ma non tanto da impedire di filar senza fatica due nodi. A quella leggera alterazione Sandokan, che teneva ancora gli occhi fissi verso il luogo ove era scomparso Labuan, si volse verso il Malese. Ma non era più l'innamorato della notte, era ridiventato la Tigre, il cui sguardo balenante, affascinante, magnetizzava.


(foto in b/n John French)
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