15 gennaio 2012

Così narrò la caccia alla tigre

Dipinse colla viva passione di un'anima che ama alla follia, quei cari momenti passati assieme a lei, quei cari momenti durante i quali dimenticava e la sconfitta, e la vendetta, e i suoi pirati e la sua temuta Mompracem, quelle delizie che non aveva mai provato in tanti anni di pugne, e delle quali conservava ancora sì cara memoria. Così narrò la caccia alla tigre, la confessione del suo amore, per poi scendere fino all'inseguimento nelle foreste, allo stratagemma col sergente Willis, all'incontro di Giro Batoë e infine all'abbandono di Labuan.

- Vedi, Yanez - diss'egli con accento ancora commosso, - nel momento che io mettevo piede nella canoa, mi parve che si staccasse un lembo del mio cuore. Fu un momento terribile, un momento supremo quell'istante in cui abbandonava quell'isola dove viveva la mia amata Marianna: avrei voluto subissare la canoa e Giro Batoë, avrei voluto far rientrare il mare nel seno della terra perché non lo valicassi più mai e far sorgere in sua vece un mare di fuoco! In quel momento avrei voluto far saltare Mompracem e tutti i suoi tigrotti, perché non m'attirassero più mai, e avrei voluto non essere mai stato la Tigre della Malesia!...
- Ah! Sandokan! - esclamò Yanez con tono di rimprovero.
- Non rimproverarmi, Yanez, non rimproverarmi. Se tu sapessi cosa io provo qua entro, nel cuore, in questo cuore che io credeva essere di ferro, che io credeva inaccessibile a qualsiasi passione! Guarda, Yanez, sono sì innamorato di quella Perla che se io me la vedessi dinanzi, che se io udissi da quelle labbra sulle quali ho posate le mie, che tradissi i miei compagni, mi sentirei capace di tradirli!... Se quella voce che m'inebbriò sin dalla prima volta che l'udii, mi chiedesse di far fuoco a Mompracem lo farei, se mi chiedesse di farmi Inglese, io, la Tigre della Malesia... sì, sì Yanez, lo sento che lo farei!...
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Emilio Salgari, La Tigre della Malesia, 1884-86
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